Carissimo operatore socio-sanitario
ti scrivo ai tempi del Covid19 perché vorrei che la tua figura professionale, oggi più che mai, uscisse dall’ombra e fosse illuminata di riconoscimento, per il tuo merito.
Si, perché credo che TU, come altri, sia l’EROE NASCOSTO!
Sai, ho avuto la fortuna di lavorare in una casa di riposo e pertanto di collaborare con i tuoi colleghi.
Nel tuo lavoro quotidiano, formato di mansioni scandite rigorosamente nei tempi e nei modi per il rispetto degli standard di “qualità”, passa la RELAZIONE, fatta soprattutto di contatto fisico, di espressioni e di gesti che più delle parole esprimono la tua capacità di essere vicino a chi sta male ed è fragile.
Lavorando direttamente con le persone, riesci a cogliere la loro storia, fatta di tante esperienze che hanno lasciato le risorse necessarie per tirare avanti; ma, a volte anche di ferite che sono ancora aperte e fanno soffrire: Tu, qui diventi spesso un balsamo che lenisce. E tu senti nella tua pelle, e dritta nel tuo cuore, la gratitudine del tuo paziente, che si fida giorno dopo giorno sempre di più di TE.
TU sei lì a condividere con lui la sua quotidianità, e Dio solo sa quanto una tua gentile attenzione e il tuo sorriso contribuiscono a dare il senso ad ogni sua singola ora della sua lunga giornata. “Fortuna che il CoronaVirus ci ha risparmiato di coprire gli occhi”: specchio dell’anima e una corsia preferenziale attraverso cui passa tutto il mondo emotivo e affettivo. Il tuo sguardo tenero e comprensivo dona VITA.
Sappiamo che è sempre uno scambio, anche tu hai la possibilità in questo legame di sentirti una persona e un professionista di VALORE!
Il virus però ha complicato le cose: ti ha fatto sentire la paura di contrarre il virus e l’angoscia di vederti passare davanti un film dell’horror dove sei tu il protagonista che rischia di diventare il veicolo di contagio dentro e fuori le quattro mura dello stabile in cui lavori. Sì perché magari anche tu hai una famiglia e delle persone care che ti vogliono bene. E il solo pensiero di essere il motivo di dolore, non ti fa dormire la notte e ti fa scendere le lacrime.
“Come stai?” la domanda, “Bene” la tua risposta.
Eh sì perché se solo cominci a dire come ti senti veramente, rischi di trasformarti in un fiume in piena!
Per alleggerire il carico, mi fa piacere poterti essere di aiuto con un SOS di sostegno per il tuo lavoro. (Scarica l’infografica che trovi sotto e stampala in formato A3 oppure A4)
Il mio sguardo di stima e affetto va alla mia amica Paulina e a tutti gli operatori che come lei, lavorando con il cuore e la testa, contribuiscono a trasformare il dolore e la sofferenza in opportunità per la crescita umana e professionale.
Grazie di cuore per quello che fate e buon lavoro!
Catia Fiorin
3470566969