A voi tutti che operate nell’ambito della salute: negli ospedali, nelle case di riposo, nelle corsie, nelle accettazioni, nei pronto soccorso, nelle cucine . . . A voi medici. A voi infermieri a voi operatori sanitari.
Le parole “Eroi”, “Angeli” sono solo parole, oppure dei nomi e degli aggettivi densi di riconoscimento, ricchi di valore? Io penso che in questi pochi mesi abbiamo visto in voi delle persone “al fronte”, immerse nella guerra contro il mostro invisibile:
“Covid 19.”
Scrivo queste righe per rimarcare che sono stata colpita dalla vostra umanità e professionalità. Vedo nelle immagini che scorro su questo schermo del mio computer i segni delle mascherine stampate sui vostri volti; la stanchezza e la fatica impressa nei vostri occhi e tra le pieghe del vostro sguardo. Vedo lacrime che scendono . . .
Eh si!. Lo sento. Anche voi siete persone e anche voi potete provare sentimenti, paura, tristezza e impotenza, rabbia.
Oggi, le bocche sono coperte dalle mascherine, solo lo sguardo ci dà la possibilità di vedere oltre i nostri limiti e la nostra umanità e ci consente anche di comprendere il valore della vita e dei valori ad essa legati e di cogliere appieno il senso di ciò che è essenziale.
Credo che questa consapevolezza ci potrà aiutare a provare gratitudine per il vostro lavoro che oggi è reso sempre più difficile e complesso per questa emergenza.
I turni di lavoro incessanti, la riduzione delle risorse umane, la continua esposizione fisica al rischio di infezione ed il contatto costante con persone ammalate e in difficoltà, possono causare stati di tensione e di ansia in tutti gli operatori.
L’immagine del gruppo che si riunisce attorno alla figura sanitaria con il camice in un abbraccio collettivo, rende bene qual è il bisogno che tutti noi possiamo soddisfare reciprocamente per non sentire la solitudine.
Vi siamo tutti riconoscenti.
Grazie.